Un equipe affiatata, la migliore possibilità per un paziente di sopravvivere…
Mercoledì tre infermieri (Katia De Bei, Riccardo Baldo, Gina Valentino) e la OSS Tiziana Cavallarin dell’ospedale di Chioggia stanno volando verso Parigi. Improvvisamente, dietro di loro, un giovane sembra dormire con uno strano “russare”. Ma i 4 sanitari quel respiro pesante lo riconoscono subito: si alzano e chiamano quel signore, che non risponde. Il polso è ASSENTE, è in arresto cardiaco. Senza indugiare, iniziano a eseguire il massaggio cardiaco esterno, stendendolo in corridoio.
Massaggio cardiaco e defibrillazione e , dopo 10 minuti, il cuore ricomincia improvvisamente a battere. Nel frattempo arriva l’ossigeno, mentre i sanitari continuano a monitorare i parametri vitali e la pressione fino all’atterraggio a Parigi dove viene affidato ai medici locali.
Trovarsi al posto giusto al momento giusto. Anche a novemila metri d’altezza a bordo di un volo vacanziero, quando, per puro caso, vi è la necessità di intervenire su una vittima in arresto cardiaco che attraverso i giusti passaggi sopravvive senza danno neurologico. Troppo giovane per essere l’ultimo battito e i sanitari lo sanno, agiscono in fretta e lo salvano.
«Grazie e scusatemi», ha detto il giovane quando si è ripreso. Non crediamo che vi sia bisogno di scuse ma d’esempio; l’esempio di chi, coraggioso e professionista non esita ad intervenire ogni qualvolta la situazione lo renda “imperativo”